Per chi pensa che essere felici sia una roba opzionale si legga le ultime ricerche dell’Università di Warwick per piacere.
Già da qualche tempo stiamo parlando di Felicità e di come essa faciliti la produttività. Alcuni imprenditori purtroppo, ancora oggi, pensano che se un loro dipendente è molto rilassato e scarsamente controllato produrrà molto di meno di ciò che ci si aspetti da lui.
Noi invece non la pensiamo affatto così.
Ed è per questo che abbiamo creato un programma che indaga proprio quanto le persone sono felici nel momento, no forse, un giorno.
Allora, ci eravamo impegnati a raccontarvi le fasi, come funziona la cosa. Per farlo parto da un dato che ci ha dato da pensare; sapete che in una ricerca pubblicata da Chantal Burns in Motivazione Istantanea * solo il 9% delle persone intervistate pensa di essere responsabile per il proprio modo di sperimentare il lavoro?
Cioè il 91% di coloro che ha compilato il test in questa ricerca, ha la sensazione che la felicità sia strettamente dipendente dalle circostanze professionali: colleghi, tipo di lavoro, capo, pressioni. Ora, noi ci chiediamo, anche se si può avere un colpo fortunato nella vita, ma come potrà mai essere possibile che nel corso di circa quarant’anni lavorativi, si possa sempre incappare in circostanze ottimali?
E’ molto più probabile che sia richiesto un adattamento alle circostanze piuttosto che il contrario, giusto?
E allora l’obiettivo prioritario di questo programma è svelare il malinteso che sottende tutto il nostro atteggiamento quando siamo a lavoro, e sì se state pensando che sia pura fantasia, potrei riportarvi gli enormi successi di un programma analogo svolto nelle carceri di massima sicurezza in UK o negli Stati Uniti. Cosa che peraltro faremo non appena saranno pubblicati i dati, tranquilli.
Quindi partiamo dalla fase 1: compilazione di un questionario in forma anonima, possibilmente in sede di un breve colloquio individuale, in cui le persone sono messe a proprio agio per favorire risposte sincere e coerenti. Dico possibilmente, perché la tendenza alla digitalizzazione della formazione è altissima e anche bellissima. Ma in alcuni casi, e questo mi pare uno di quelli, il contatto umano mi sembra che ancora possa fare la differenza, in termini di coinvolgimento, crescita e motivazione.
Fase 2: Dopo aver studiato i risultati e compreso il livello di soddisfazione di base, inizia il percorso formativo della durata minima di 16 ore. Non si parlerà di comunicazione né di strategie per essere felici. Ma solo di come tutti gli esseri umani sperimentano la realtà. Di solito questo è più che sufficiente per portare le persone, con le distinzioni personali ovvio, a un nuovo livello di entusiasmo e motivazione.
Fase 3: Follow up e controllo. In questa fase, preziosissima, viene sottoposto di nuovo il test e la comparazione con il primo, porta a notare i risultati effettivi del percorso formativo.
Il nostro motto in questo progetto è: le parole stanno a zero, per fare la differenza nella tua impresa, servono i fatti.
E noi siamo interessati prioritariamente a quelli.
Se ti servono maggiori informazioni o vuoi essere contattato dal Referente del progetto, basta che invii una mail dal form di contatto.
A presto,
Formax team
- C. Burns, Motivazione Istantanea, Errekappa, Carpi, 2016